Gli ultimi saranno i primi. Sia detto senza irriverenza. Nel senso che gli ingredienti cosiddetti “poveri”, rifiutati dalle tavole più aristocratiche, da tempo sono orgogliosi protagonisti di un nuovo rinascimento culinario. I cardi ne sono un esempio lampante: una storia silenziosa e umile che ha permesso ai contadini poveri di sopravvivere quando il ben più blasonato carciofo impazzava sulle tavole dei nobili. Eppure il Cardo ha un sapore dolce e caratteristico e proprietà del tutto simili al suo parente più prossimo: poche calorie e un patrimonio di sostanze che sostengono e depurano il fegato. Certo sono un po’ duri di “scorza”, ma dentro una squisitezza. Come il carattere di certi marchigiani: fuori ruvidi e dentro buonissimi. Un amore. Provate questa ricetta sfruttando le doti “empatiche” della pasta Luciana Mosconi. Una sfoglia porosa e tenace capace di abbracciare ogni sugo e condimento. Una suggestione sensoriale da non credere…