
25 Aug Piccola storia della pasta
Il passaggio linguistico dal laganum latino alle lasagne di oggi è davvero breve
La pasta è più antica di quanto si pensi seroquel online. Le prime indicazioni dell’esistenza della pasta fatta in casa risalgono probabilmente al primo millennio a.c. Cicerone ed Orazio erano ghiotti di laganum che indicava un impasto di acqua e farina, tirato e tagliato a striscie. Il passaggio linguistico dal laganum latino alle lasagne di oggi è davvero breve. Anche la nota “vulgata” che attribuisce l’ introduzione in Italia della pasta da parte di Marco Polo, di ritorno dai suoi viaggi in Cina viene smentita da un testamento di un uomo d’arme genovese, tal Ponzio Bastone, datato 16 anni prima del ritorno di Marco Polo, dove si menziona il lascito di una “baricella piena de macaronis” cioè di una cesta di maccheroni. Tutto questo attesta non solo una maggiore antichità di questo prodotto, ma dimostra anche che questo genere alimentare era considerato un piatto di valore degno di un lascito. A partire dal Quattrocento, la pasta “esce” dalle preparazioni strettamente casalinghe e comincia ad essere disponibile nel libero commercio. Allora tutti i tipi di pasta erano chiamati vermicelli: il pastaio era il vermicellaio e il suo negozio la bottega del vermicellaio.
Il consumo della pasta divenne decisamente più popolare a partire dall’Ottocento
Alla fine del XVI secolo comparvero in Campania i primi pastifici a conduzione familiare. Nel Settecento i primi rudimentali macchinari per la produzione industriale resero il costo della pasta accessibile anche ai meno abbienti. La produzione dei “maccaroni” aumentò ancora dopo l’ Unità d’Italia. Nel XVII secolo l’invenzione del torchio idraulico e l’introduzione della gramola nelle fasi di lavorazione della pasta contribuirono ad aumentarne la produzione a livello nazionale. Il consumo della pasta divenne decisamente più popolare a partire dall’Ottocento. Infatti agli inizi di quel secolo vennero fondati i primi pastifici industriali dotati di camere riscaldate per l’essiccazione e di un’ampia varietà di stampi in bronzo (trafile) dai quali uscirono formati sempre più variegati e numerosi. Grazie alle innovazioni tecnologiche la vera esplosione della pasta italiana sui mercati nazionali ed internazionali cominciò solo a partire dal Novecento. L’esportazione, soprattutto verso gli Stati Uniti, raggiunse cifre da record. Da allora questo straordinario alimento è diventato il primo ambasciatore del made in Italy. In tutto il mondo il bianco, rosso e verde del tricolore italiano viene associato all’allegria di un buon piatto di tagliatelle o di spaghetti pomodoro e basilico.